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Piacenza e la Via Francigena

La Via Francigena, o Romea, è il percorso di un pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e costituiva una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medievale. 

La storia narra che fu Sigerico, arcivescovo di Canterbury, recandosi a Roma in visita a Papa Giovanni XV, a segnare l'inizio del cammino, determinando la nascita di uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio. Piacenza per i pellegrini che intraprendono questo viaggio fu luogo di sosta dove trovare assistenza e ristoro. 

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Piacenza e la Via Francigena - Le Tappe

  • La stele qui collocata ricorda il passaggio nell'anno 990 dell'arcivescovo di Canterbury Sigerico, che attraversò il Po a Calendasco in località Soprarivo durante il ritorno del suo viaggio a Roma per ricevere l'investitura dal Papa. Oggi è attrezzato un piccolo porto a servizio di pellegrini e turisti (servizio taxi fluviale tel. +39 0523 771607 o +39 331 8768456), riconosciuto come Transitus Padi ufficiale, fin dal 1994, dal Consiglio d'Europa.

  • In quest'area, dove oggi sorgono tra l'altro l'ospedale e l'ospizio Vittorio Emanuele, Papa Urbano II nella primavera del 1095 riunì il Concilio per l'indizione della prima crociata in Terra Santa. Sulla piazza si trova anche la splendida basilica di Santa Maria di Campagna, esempio architettonico di ispirazione bramantesca tra i più pregevoli del nord d'Italia, la cui prima fondazione era di origine medioevale. Nella chiesa si venera una splendida Madonna con il Bambino di legno dipinto del XIV secolo. Poco oltre si trova anche la chiesa di San Sepolcro riedificata su un edificio alto medioevale.

  • Il nome deriva da “sobborgo” in quanto la zona era fuori dalle prime mura medioevali. Qui erano presenti in particolare botteghe artigiane di mercanti di pellami e tessuti. All'angolo con via Garibaldi è ancora visibile l'antica casa torre appartenuta alla famiglia Scotti. Domina la piazza la chiesa di S. Brigida (secoli XII - XIII), costruita su un edificio più antico, che aveva annesso un hospitale per i pellegrini.

  • Anche se prende il nome dalle due statue equestri di Francesco Mochi, capolavori dell'arte barocca, la piazza già dal Duecento era il baricentro storico e politico della città: è collocata, infatti, in posizione centrale rispetto ai principali assi viari medievali lungo i quali le famiglie dell'aristocrazia mercantile avevano stabilito le loro residenze e insediato le principali attività economiche. Fa da quinta alla piazza il palazzo pubblico detto il Gotico costruito nel 1281. Affacciano inoltre sulla piazza la chiesa di San Francesco (XIII-XIV secolo), il palazzo dei Mercanti (XVII secolo) e il palazzo del Governatore (XVIII secolo.) All'angolo con via Garibaldi troviamo la chiesa di S. Ilario. Edificata nel XII secolo, ha una piccola facciata su cui si apre un portale con architrave raffigurante l'episodio dell'incredulità di S. Tommaso.

  • In stile gotico, venne edificata tra il 1278 e il 1365. La facciata a capanna dà accesso ad un ampio spazio interno diviso in tre navate senza transetto, e con ampio coro. Sulla lunetta del portale della facciata campeggia un bassorilievo che rappresenta le Stigmate di San Francesco. All'interno della chiesa sono conservati sepolture di uomini illustri, pitture e affreschi del XIV secolo. Avvenne qui il 10 maggio 1848 l'annessione con plebiscito di Piacenza al Piemonte, meritando dal re Carlo Alberto l'appellativo di Primogenita.

  • È una delle piazze più importanti della città. Nel periodo alto medievale divenne il centro della vita civile, religiosa ed economica di Piacenza e crocevia di collegamento tra la via Postumia (verso Pavia) e la via Emilia. Il tratto cittadino della via Francigena la costeggiava. Qui si erge la basilica omonima.

  • Fondata come antica basilica paleocristiana nel IV secolo, l'attuale struttura risale all' XI secolo con successivi rimaneggiamenti. Presenta una pianta a croce latina rovesciata con torre ottagonale verso la facciata. Testimonianze uniche della pittura a Piacenza nel XII secolo sono gli affreschi nel sottotetto che rappresentano santi e profeti. Alcuni di questi sono stati strappati e rimontati sulle pareti laterali dell'ingresso settentrionale. Sotto l'altare maggiore sono custoditi i resti di S. Antonino, patrono della città. Di particolare interesse, nel presbiterio, sono le grandi tele di Roberto De Longe dedicate alla vita e alla morte del santo. Nel 1183 qui si avviarono i preliminari della pace di Costanza tra Federico Barbarossa e i Comuni Italiani, come è ricordato nella lapide posta sotto lo splendido Portico del Paradiso (Pietro Vago 1350). Annesso è il Museo capitolare. Qui sono conservate opere di pregio tra cui dossali del Quattro-Cinquecento e preziosi codici dello stesso periodo.

  • La cattedrale, splendido esempio di romanico emiliano, fu iniziata nel 1122 e conclusa nel 1341. L'interno è a tre navate con ampio transetto e grandioso tiburio centrale. Sulla facciata in marmo e arenaria si aprono tre portali sormontati da protiri, con decorazioni raffiguranti telamoni e scene della vita di Cristo, sia sul portale di destra, attribuito allo scultore Nicolò, sia su quello di sinistra assegnato alla scuola di Wiligelmo. Sul protiro centrale è raffigurato il ciclo dello zodiaco realizzato dagli stessi autori dei due portali laterali. All'interno della chiesa su alcuni pilastri soro collocati bassorilievi raffiguranti le corporazioni artigiane medioevali che contribuirono alla costruzione della cattedrale: i paratici. Frammenti di affreschi tre-quattrocenteschi decorano pareti e pilastri, mentre nel presbiterio gli affreschi, dedicati alla Vergine, sono di Camillo Procaccini e Ludovico Carracci. La decorazione più importante e scenografica è quella della cupola centrale che rappresenta il ciclo dedicato ai profeti, iniziato dal Morazzone a partire dal 1625 e finito dal Guercino. Sopra l'altare si trova l'importante poIittico ligneo di Antonio Burlengo e Bartolomeo da Groppallo (1447); accanto ad esso il coro intagliato con i motivi del gotico fiammeggiante (XV secolo). Nella cripta sono conservati i resti di S. Giustina ,santa protettrice di Piacenza. Sulla guglia del campanile trecentesco svetta un angelo rotante in rame dorato dello stesso periodo. Curiosa è la gabbia in ferro, collocata su un lato del campanile nel 1495 per ordine di Ludovico il Moro, come monito peri malfattori.

  • La chiesa, consacrata nel 1107 e dedicata a San Savino, secondo vescovo di Piacenza, presenta una facciata realizzata nel 1721 che ha coperto quella originale. L'interno a tre navate, e con una splendida cripta, è in stile romanico lombardo; sopra l'altare maggiore troneggia il prezioso crocifisso ligneo policromo del XII secolo. Pregevoli i capitelli, soprattutto quelli della cripta. Di straordinario interesse sono i mosaici pavimentali che risalgono al XII secolo: quelli del presbiterio rappresentano il dio Anno con il sole e la luna e scene che simboleggiano le Virtù Cardinali, mentre i mosaici della cripta illustrano i mesi con le attività agricole affiancati dai corrispondenti segni dello zodiaco.

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