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Dal Passo di Caldarola al Monte Lazzaro

Presentazione

Se il Tidone, e la valle che disegna, sono ingiustamente trascurati dalla maggior parte dei turisti piacentini, che eleggono quasi sempre le aree del Trebbia e del Nure quali mete delle gite domenicali, ingiustizia ancor più grande è commessa nei riguardi dei due Tidoncello, quello di Merlingo e quello di Sevizzano, che presso Pecorara si riuniscono per poi entrare nel loro quasi omonimo, privo di vezzeggiativo, a due passi da Nibbiano. 

Entrambi nascono sulle pendici del crinale che dal Monte Pillerone arriva fino alla Val Boreca passando per il Penice; il Merlingo sgorga dai dintorni di Cicogni, e il Sevizzano vicino al paese da cui prende il nome, per l'esattezza dai contrafforti settentrionali del Monte Lazzaro, proponendosi come immagine speculare di quel Dorba che scende dal versante meridionale verso Trave. 

Le cime della zona; spesso d'aspetto collinare, non arrivano ai mille metri; il Lazzaro, in particolare, è alto 987 m considerando che la strada percorribile con l'automobile sale fino ai 775 m del Passo di Caldarola, si capisce subito che un'escursione da queste parti offre buona soddisfazione con un dispendio di energie piuttosto contenuto. L'aspetto negativo è che, per riuscire a compiere un percorso ad anello occorre servirsi anche di strade asfaltate, d'altronde panoramiche e poco frequentate. La vicinanza alla città rende invece idonee queste camminate anche con poco tempo a disposizione.

L'avvicinamento in auto

Si lascia la statale 45 a Mezzano Scotti e si sale a destra seguendo le indicazioni per Piozzano. Si superano Tamborlani e Fosseri e si parcheggia al bivio posto proprio al Passo di Caldarola, riconoscibile per i cartelli che indicano a destra Bobbiano, Scarniago e Caldarola (è l'abitato che dà il nome al passo, non si deve raggiungerlo), e a sinistra Piozzano.

L'escursione

Riferendosi alla provenienza da Fosseri, il sentiero è a sinistra, subito in salita; attenzione a non lasciarsi ingannare dal segnavia posto sul palo di un cartello, in direzione Bobbiano: si deve andare dalla parte opposta. Dopo meno di 5 minuti si incontrano un primo bivio, dove si prende la destra, come segnalato dal bollo biancorosso, e poi un secondo, al quale si tiene la sinistra. 

Il sentiero, che, dopo un breve tratto iniziale scoperto, è entrato nel bosco, ogni tanto si affaccia su radure e consente di gettare lontano lo sguardo. Pochi passi ancora e, tra due strade, si sceglie quella che sale dritto davanti a sé, ignorando quella di sinistra, quindi, 3 minuti più tardi, si incontra una tripla diramazione: si prende la prima via a sinistra, ancora una volta ben indirizzati dal Cai. 

Dopo che, per circa 20 minuti dalla partenza, si è camminato in salita, si arriva finalmente a un tratto pianeggiate, ancora tra alberi di quercia e castagno, che tuttavia non dura a lungo. Altri 10 minuti e si raggiunge una prima cima, poi si attraversano due calanchi; al termine del secondo si segue l'indicazione a sinistra di un cartello biancorosso che riporta la dicitura "Monte Penice, sentiero 101". 

La salita riprende, molto ripida per quasi 10 minuti, finché ci si innesta girando a destra su una stradina che proviene da valle, e lo stesso accade poco oltre. Si è sul Monte Lazzaro, anche se la sua conformazione rende difficile accorgersene; prova ne sia il fatto che da questo momento in poi si perderà quota fino a Tamborlani. Nei primi 10 minuti la discesa è contenuta, poi si fa più consistente; quando si incontra un bivio si sta a sinistra e, poco più avanti, si giunge a un prato in mezzo al quale svetta una bella quercia su cui è riportato il segnavia da seguire. 

Si arriva presto a una strada che taglia il cammino a "T": la si segue verso sinistra, costeggiando due lati di un campo fino a rientrare nel bosco. Quando si passa un fienile si sta sul tornante a destra e, raggiunte le Case Longarini, si va in discesa, a sinistra. Questo è il momento in cui chi si sentisse stanco potrebbe accorciare il percorso: passato il fienile appena citato, potrebbe andare dritto invece di seguire il tornante; così facendo punterebbe direttamente su Fosseri, escludendo Tamborlani dall'itinerario. In questa sede, però, si privilegia la completezza della camminata. 

Riprendendo allora da Longarini, si cammina per mezz'ora, passando nelle vicinanze di Canale, e si arriva a Tamborlani, da cui si esce girando a sinistra sulla provinciale che sale da Mezzano Scotti. Da qui in poi si segue per 40 minuti la strada già percorsa in macchina (nell'ipotesi considerata in apertura), passando per Fosseri, e si completa l’itinerario ritrovandosi al Passo di Caldarola, dove si è lasciata l’automobile.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero