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Da Gazzoli al Monte Pillerone

Presentazione

Andare o venire dal "Mont Pirlon" non è mai stato impresa di cui vantarsi, almeno nei territori in cui è di casa il dialetto piacentino. Peccato che il Monte Pillerone goda di questa burlesca fama, perché di meriti, questa montagna con il complesso della collina, ne ha parecchi. Poco più basso di 600 metri, è tuttavia un eccellente osservatorio sulla Val Padana e sulle Alpi che la racchiudono grazie alla sua posizione privilegiata. È infatti una delle prime alture che si incontrano risalendo il Trebbia lungo la sua sponda sinistra e, in quanto tale, dalla sua vetta lo sguardo verso nord non incontra ostacoli. 

Fortuna vuole, inoltre, che proprio sulla cima una radura a mo' di chierica crei uno spiraglio nel bosco che accompagna quasi fino alla fine chi vi sale, conferendo ulteriore ampiezza al panorama. Durante la marcia si transita attraverso l'abitato di Pillerone che, per altra strada, è raggiungibile con l'automobile. Ne tenga conto chi, rinunciando all'itinerario ad anello qui suggerito, volesse accorciare la semplice ascesa alla vetta, rinunciando però alla scoperta del suggestivo fondovalle scavato dal torrente Guardarabbia. Considerate le modeste quote in gioco, il percorso è praticabile tutto l'anno; se si amano i fiori, però, la scelta più felice è quella del periodo compreso tra marzo e giugno, quando è facile incontrare, nel sottobosco come nei prati, splendidi esemplari di orchidea purpurea.

L'avvicinamento in auto 

Dirigendosi verso Travo sulla strada che lascia il Trebbia alla propria sinistra (la provinciale che proviene da Rivalta), si oltrepassa Boelli e, appena prima del ponte che valica il torrente Guardarabbia Grande (anche se non se ne conosce il nome, è il primo corso d'acqua di discreta portata che si incontra), si gira a destra seguendo il cartello per Pilé. Poche centinaia di metri più in là si parcheggia, in prossimità del bivio che, a destra, porta a Gazzoli, le cui case sono visibili davanti a sé.

L'escursione 

Si attraversa l'abitato di Gazzoli fino a raggiungerne le ultime case, quindi si gira a destra, lungo una salita protetta per un breve tratto da una balaustra, si costeggia un fienile (alla propria sinistra) e si procede dritto, a imboccare una sterrata carreggiabile che si inoltra tra i campi. 2 minuti dopo aver lasciato alle spalle il paese si arriva a un bivio al quale si tiene la sinistra, in salita, e fatti pochi passi (meno di 2 minuti) si lascia la stradina per imboccare un sentiero che sale a gomito a sinistra, inoltrandosi tra gli alberi. 2 minuti più tardi la mulattiera si disperde in una prato dal quale si rivedono le case di Gazzoli; si continua dritto, con il prato alla propria sinistra e il bosco alla destra, per altri 2 minuti finché, tra gli alberi a destra, si vede un'apertura immediatamente seguita da un bivio. Si entra dunque nel varco e si prende il sentiero subito a sinistra; in pratica, si cammina nella stessa direzione di prima, mettendo però il filare d'alberi tra sé e il prato. 

Poco per volta, mentre la salita si fa impegnativa, ci si addentra in un bosco popolato da querce e macchie di ginestre. Dopo un quarto d'ora ci si immette a ''T'' in una carreggiabile: la si segue a destra, per arrivare in capo a qualche minuto alle case della località Pillerone. Si percorre il piccolo abitato fino in fondo, dove si raggiunge una sterrata che proviene da valle: vi si entra girando a gomito a sinistra. Presto si incontra e si imbocca un sentiero che sale deciso a destra, poi, superata l'ultima casa di Pillerone, si cammina in un ampio campo costellato, nella stagione propizia, di orchidee purpuree. Alla fine del campo il sentiero sale a destra (attenzione: prima del filare d'alberi; la carreggiabile che sale a destra oltre il filare d'alberi la si imboccherà solo al ritorno). Si cammina in salita per 10 minuti, sempre allo scoperto e tenendo gli alberi alla propria sinistra, passando da un prato all'altro finché il sentiero entra deciso nel bosco che chiude lo sguardo davanti a sé. Senza incertezza si procede nell'ascesa, mentre intorno a sé gli alberi d'alto fusto lasciano progressivamente il posto a ricche macchie di ginestre. La vetta del Pillerone, contraddistinta da una grande croce metallica, si raggiunge in un quarto d'ora. Dopo l'immancabile sosta si riprende la marcia, continuando a seguire il sentiero che prosegue oltre la cima e comincia a scendere, entrando 5 minuti più tardi nel bosco.

Quando se ne esce ci si ritrova nell'ultimo prato incontrato durante la salita. Lo si costeggia fino a ritrovare lo stesso sentiero dell'andata, questa volta percorrendolo in discesa, com'è ovvio. In meno di 5 minuti si è all'estremità del campo in fondo al quale, a sinistra, si vedono le case di Pillerone. Si gira a gomito a destra nella carreggiabile (è quella segnalata in precedenza, da seguire, appunto, al ritorno). Per 10 minuti si cammina all'ombra, poi si esce allo scoperto, con un campo alla propria sinistra, al termine del quale si piega a destra, ignorando la deviazione a sinistra. Qualche minuto e si è in vista del piccolo borgo di Borzani, che si raggiunge e si percorre fino in fondo. Dove la carreggiabile curva a destra per lasciare il paesino, la si abbandona e si prende la discesa a sinistra, che punta verso il torrente Guardarabbia che scorre a fondo valle. 15 minuti e ci si immette in una strada che da destra scende verso sinistra, seguendola in discesa. Si cammina ormai con sicurezza accanto al torrente che, a causa del suo corso sinuoso, si tiene ora alla propria sinistra, ora alla destra, e in 20 minuti si arriva al bivio per Gazzoli dove si è lasciata la vettura.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero