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Da Cassimorenga al Monte Albareto

Presentazione 

Non particolarmente noto, il Monte Albareto, niente a che vedere con l'omonimo borgo della Val Tidone, si innalza in quel di Ferriere un po' trascurato dalla sentieristica ufficialmente segnalata, la cui diramazione più vicina si mantiene a una distanza di 500 metri dalla vetta, nonostante questa sia erbosa e arrotondata e renda l'altura simile a un piccolo Crociglia, al quale la accomuna anche la recinzione sommitale. Eppure di motivi per esplorare l’Albareto ce ne sono parecchi, primo fra tutti la sua posizione panoramica sul vicino Aserei e sul più lontano e poderoso anfiteatro che va dal Ragola al Carevolo. 

Altra ragione, anche se vincolata alla stagione, è la fioritura di orchidee sambucine, così dette perché, secondo alcuni, emanerebbero profumo di sambuco; sono orchidee che tappezzano i prati nella varietà gialla e in quella violetta, non disdegnando la vicinanza, quando la quota la permette, delle sempre incantevoli genziane. Si consideri anche che è possibile effettuare un percorso ad anello che consente di non tornare mai sui propri passi, aspetto spesso gradito a chi cammina perché, a parità di lunghezza dell'itinerario, un ritorno sulla stessa strada dell'andata dà sempre la sensazione di avere sprecato metà del tempo impiegato. 

Fin qui i pro; e i contro? Qualche dubbio ai primi bivi in salita, perché il segnavia, dove è presente, non è rinfrescato da tempo, e nel bosco tra Solaro e Cassimorenga, sulla via del ritorno, totalmente privo di indicazioni. In questo stesso tratto conclusivo, caratterizzato dall'attraversamento di molti rivoli d'acqua, è anche facile incontrare pozze che costringono ad aggiramenti un po' fortunosi. Redigere un bilancio è facile: un'escursione del tutto esente da pericoli, adatta a tutti coloro che amano i grandi spazi aperti offerti da un ambiente che eredita dalla collina linee morbide e riposanti.

L’avvicinamento in auto

Arrivati a Ferriere si percorre il ponte e si gira a destra nella via che attraversa il paese (è la seconda, quella che resta in piano, non la prima, che va in discesa). Seguendo le segnalazioni per Marsaglia e il Passo del Mercatello si esce dall'abitato e si prosegue per qualche chilometro finché, ormai in vista di Cerreto, si gira a destra guidati dal cartello per Cassimorenga. Arrivati nel piccolo borgo si parcheggia dove lo spazio lo permette.

L’escursione

Si attraversa in salita Cassimorenga, tenendo la destra nella parte alta del paese, confortati da un poco appariscente segnavia biancorosso. Lasciato alle spalle l'abitato, in 3 minuti si arriva a un bivio in cui il segnavia invita a stare a destra, inizialmente, ma per poco, in discesa. Lo si segue (dalla sinistra si farà ritorno), e 2 minuti dopo si incontra un altro bivio. Occorre non lasciarsi ingannare, perché sono presenti due segnavia, uno per parte: si segue quello biancorosso, a sinistra, trascurando l'altro, giallorosa o, forse, solo sbiadito, che porta a destra. A sinistra, dunque, affrontando la salita che comincia a farsi impegnativa, anche se presto qualche tratto di falsopiano viene a dare una mano. 12 minuti più tardi, a una diramazione, si sta ancora a sinistra, sempre in salita. In 5 minuti si raggiunge e si guada il torrente che da un po' accompagnava la marcia, trovandosi subito dopo in un prato abitato da ginepri. Dove il piano erboso termina e la stradina prende a salire decisa, curvando a sinistra, un sentiero poco evidente sale dritto davanti a sé. Lo si imbocca, tenendo presente che è solo una scorciatoia; in 5 minuti di cammino, infatti, si ritrova la principale, e dopo altri 10 minuti si raggiunge un abbeveratoio. Ancora 5 minuti e si comincia a vedere il crinale che si sta andando a raggiungere, perpendicolare all’attuale direzione di marcia. 

Ci si muove ormai a vista, nei pascoli, puntando verso l'alto, eventualmente, ma non necessariamente, piegando un po' a sinistra. In un quarto d'ora si raggiunge il crinale, dove una staccionata sbarra il passo. Si gira a sinistra, tenendo il filo spinato alla propria destra a fare da guida ininterrotta. In meno di un quarto d'ora si arriva a un'altra staccionata, alla quale l'attuale si raccorda a perpendicolo. La vetta dell'Albareto è davanti ai propri occhi, ma provvisoriamente ci se ne allontana, girando a destra a seguire la nuova staccionata. Presto si entra nella pineta, sempre seguendo il reticolato anche negli strani giri che i confini di proprietà gli impongono, finché ci si immette in una sterrata molto ampia che proviene dalla destra e che si segue piegando appena a sinistra. È una sorta di autostrada bucolica, che consente di camminare senza il minimo dubbio di orientamento e che costeggia il Monte Albareto. Quando si vuole o, meglio, dove il filo spinato lo permette (si incontra almeno un accesso, costituito da una rudimentale scaletta a pioli) si salta la staccionata e si sale al cocuzzolo erboso del monte (attenzione al bestiame eventualmente presente).

Da lì, oltre a godersi lo splendido panorama, si approfitta per orientarsi: seguendo con lo sguardo la strada che si è lasciata, si vede che, dirigendosi verso il non lontano Aserei, scende a incrociare l'asfaltata che unisce Mareto e Nicelli a Solaro. Quell'incrocio è la prossima tappa: vi si può scendere camminando a vista nei prati, oppure tornando alla staccionata e alla strada di prima. In 10 minuti lo si raggiunge, e si gira a sinistra, sull'asfaltata, percorrendola per 20 minuti, fino a raggiungere la località di Solaro. Senza entrare nell'abitato, si gira dove c'è il cimitero e si imbocca il sentiero che porta a Cassimorenga. Dopo 10 minuti si incontra un primo bivio, al quale si tiene la sinistra, poi, 2 minuti dopo, altro bivio, ancora a sinistra, dove la mulattiera sembra quasi chiudersi. Si alternano salite e discese, tutte moderate, e ogni tanto si guada un rivolo d'acqua (almeno in primavera) che attraversa la strada, poi, 20 minuti dopo l'ultimo bivio, inizia una discesa piuttosto impegnativa. Dopo 5 minuti si segue il tornante a scendere, ignorando la deviazione che sale a sinistra, e 7 minuti più tardi ci si ricongiunge al sentiero iniziato all'andata, appena fuori da Cassimorenga: a destra e, fatti pochi passi, si è di nuovo alla macchina.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero