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Da Casa Lazzati al Roccone e al Monte Lazzarello

Presentazione

Le basse montagne e le colline che accompagnano il Tidone sul lato destro nella prima parte del suo corso, all'altezza del comune di Romagnese, formano un crinale che si stacca dalla Pietra Corva e si dirige verso nord, piegando con decisione a ovest all'altezza del Monte Lazzarello (866 m). La cresta si sviluppa a una quota relativamente costante, con dislivelli di non più di 100 m distribuiti su spazi ampi, quindi poco affaticanti; camminando senza eccessivi sforzi si possono ammirare bei panorami sia a occidente, sulla valle del Tidone, sia a oriente, dove il Tidoncello di Merlingo scorre prima di raggiungere l'omonimo di Sevizzano e, insieme con quello, generare il Tidoncello propriamente detto, che entra nel Tidone nei pressi di Nibbiano. La morbidezza dei rilievi fa sì che lungo le pendici sorgano numerosi piccoli centri abitati, tanto facili da raggiungere in auto, quanto punto di partenza ideale per passeggiate di modesto impegno.

La presenza di questi agglomerati silenziosi, lungi dall'essere causa di disturbo, svolge una funzione rassicurante; ovunque ci si trovi non è mai lontano un sentiero che scende verso valle e riporta alla civiltà in pochi minuti. Allo stesso tempo, le campane che segnano le ore o che, nei giorni festivi, avvertono dell'inizio di una Messa, sono discrete compagne di viaggio che aiutano a percepire le distanze percorse e quelle ancora da percorrere. Per l'omogenea configurazione del territorio, l'escursione qui proposta non ha un punto di arrivo non bene identificato; dopo aver superato il Monte Lazzarello in direzione della Pietra Corva e del Penice si cammina a piacere, tornando sui propri passi quando la stanchezza il residuo di tempo a disposizione lo fanno ritenere opportuno. Entro questi limiti la durata dell'escursione è da ritenersi indicativa.

L'avvicinamento in auto 

Poco prima di Romagnese si attraversa l'abitato di Panigà di sotto. All'uscita da questo si seguono le indicazioni a sinistra per Gabbione, al quale si arriva rapidamente dopo aver scavalcato il Tidone. Si procede fino a passare Casa Montagna. Al bivio che segue si gira a sinistra e, a quello successivo, a destra, fino ad arrivare in vista di Casa Lazzati. Si parcheggia poco prima di un bivio, dove lo spazio lo consente.

L'escursione 

Ci si dirige in salita e, al vicino bivio, si sta a sinistra; la diramazione a destra porta al centro di Casa Lazzati. Dopo poco più di 100 m si arriva a un porcile dove la strada asfaltata termina; si segue allora la mulattiera che sale a sinistra per una decina di minuti fino ad arrivare al passo, reso evidente dalla presenza di una cappelletta. Proprio lì la strada che si sta percorrendo incrocia il sentiero di cresta che farà da spina dorsale all'escursione; si imbocca quest'ultimo a sinistra, facendo attenzione a non confondersi con la stradina che parte pochi metri più avanti e più in basso, appena oltre il valico. Si cammina senza particolari dubbi su quello che è definito Pian del Poggio, tenendo la destra quando, dopo circa 10 minuti, si incontra un sentiero proveniente dalla valle a sinistra. 

Quando si esce dal bosco di lecci e faggi si apre un bel panorama su entrambi i lati e in pochi minuti si arriva a una casa isolata in pietra e, successivamente, alla cima del Raccane (779 m). Il lato sinistro della ''T" che si intende percorrere è raggiunto, si torna sui propri passi fino al valico dove sorge il sacello per iniziare l'altro braccio della ''T" andando dritto. Al primo bivio si sta a sinistra e, in pochi minuti, si è in vista del Monte Lazzarello; quando la mulattiera inizia ad aggirarne il cocuzzolo e, su un grande albero, si nota un rettangolino giallo con il numero "1", si segue il sentiero che, a sinistra, si inerpica verso la cima attraverso castagni e lecci. Dopo poco più di 5 minuti la salita concede una tregua, poi, 2 minuti più tardi, la stradina piega a sinistra: la si lascia, imboccando il sentiero più stretto che sale dritto davanti a sé, raggiungendo così la cima in altri 5 minuti, cima che ancora è in mezzo al bosco, ma che appena più avanti si affaccia su una radura. Si prosegue sullo stesso e unico sentiero, che comincia a ripiegare a destra e a scendere. 

Per il momento si cammina allo scoperto, poi si rientra nel bosco, sempre perdendo quota finché, circa 10 minuti dopo aver lasciato la vetta, si ritrova la strada di crinale che si era abbandonata per l'ascesa al Lazzarello e vi si gira a sinistra. Dopo cinque minuti si tiene la destra entrando nel sentiero che sale dalla parte dell'abitato di Lazzarello, poi si esce dalla macchia e ci si innesta su un'altra strada proveniente da sinistra, e si cammina in direzione del Monte Penice, che si staglia sullo sfondo davanti a sé. L'itinerario, come detto in apertura, può proseguire a piacere; in questa sede proponiamo di invertire la marcia quando, alla propria destra oltre il Tidone, Romagnese è ben in vista. Dopo circa mezz'ora (ma il tempo misurato, date le premesse, è quanto mai aleatorio) ci si trova alla diramazione che dà la possibilità di salire al Lazzarello o di aggirarlo; se si opta per la seconda idea si rimane in quota e in circa 15 minuti si ritrova la pianta con il numero "1", dove arriva, da destra, la variante di vetta. In altri 10 minuti si arriva alla cappelletta e si gira a sinistra, in discesa, ritrovando l'automobile dopo altri 10 minuti.

Tratto da "Sentieri Piacentini" di Giorgio Carlevero