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Da Camminata Boselli ai Monti Tre Sorelle e Gavi

Presentazione

Da quando, grazie alla sopraelevata sul Trebbia, il traffico diretto a sud non transita più per il centro di Perino, la strada che, poco dopo il paese, taglia decisa verso la pineta di Sant'Agostino è ancora più tranquilla di quanto già non fosse anni addietro, quando pure non era ancora asfaltata fino in fondo. Lungo quella modesta arteria che si snoda tutta in quota sono disposti, in successione, i silenziosi abitati di Boioli, Marubbi e Gavi. Attraverso quest'ultimo si passa nell'itinerario qui suggerito, arrivandovi però partendo da Camminata Boselli, e solo dopo essere saliti ai monti che lo sovrastano, il Tre Sorelle e il Gavi. Il primo dei due è abbastanza noto per la roccia prossima alla vetta che, vista dal versante orientale, appare frammentata nelle tre guglie dalle quali deriva il nome. 

Durante la marcia si passa accanto a queste minuscole "Cime di Lavaredo", ed è possibile scalarle aiutandosi con le mani, naturalmente usando buon senso e prudenza. La vetta del Gavi, più alta (1.018 m), è invece un tappeto erboso godibile in assoluta sicurezza. Da lì si ammira la dorsale che unisce il Monte Belvedere al Poggio Alto e, più avanti, al Monte Capra, dorsale oltre la quale è scavata la Valle del Perino. Della sosta sul Gavi si può approfittare anche per individuare dall'alto, come si fosse davanti a un plastico, il punto in cui, passato l'abitato omonimo, si lascerà l'asfalto per piegare a sinistra e tornare verso Camminata Boselli. La casa isolata (Casa Scabione) che si vede in lontananza è infatti, posta com'è lungo il sentiero, un comodo e preciso punto di riferimento. Nel corso dell'escursione, poco dopo la partenza, si attraversa il Rio Gavi: pur essendo un guado del tutto privo di pericoli, occorre mettere in preventivo qualche rapido passo in pochi centimetri d'acqua. Se ne tenga conto nella scelta delle scarpe da calzare.

L'avvicinamento in auto

Percorrendo la statale 45 in direzione Bobbio, proprio davanti alla galleria di Barberino si gira a sinistra per Scabbiazza (attenzione: la strada è a sinistra, ma lo svincolo, di tipo autostradale, è sulla destra). Raggiunto l'agglomerato di Scabbiazza lo si supera e, in breve, si è a Camminata Boselli. All'interno del paese è pressoché impossibile parcheggiare; è consigliabile farlo proprio all'inizio, ad esempio nel piccolo spiazzo erboso alla fontana dove la strada asfaltata si biforca. 

L'escursione 

In poco più di 5 minuti si attraversa tutto il paese, alla fine del quale, dove termina l'asfalto, fa la sua prima comparsa il segnavia biancorosso col numero di sentiero 163. Subito si incontra una deviazione a sinistra, che si ignora (da lì si farà ritorno), proseguendo diritto per altri 5 minuti finché, al nuovo bivio che si incontra, si tiene la destra (il segnavia è presente ma, in questa occasione, poco evidente) e, pochi metri più avanti, ancora si va a destra, in discesa verso il Rio Gavi, di cui si comincia a sentire il mormorio. Arrivati in vista del torrente, si trascura la strada che sale a sinistra e si punta senza incertezza verso l'acqua, cercando il guado dove risulta più agevole (in estate è una banalità, in primavera può costringere a immergere gli scarponi), ritrovando poi la mulattiera orientata inizialmente verso destra. In 2 o 3 minuti si raggiunge un bivio al quale si tiene la sinistra, salendo ormai decisi verso il Tre Sorelle.

Il sentiero, in questo primo tratto, ammorbidisce la salita (comunque non indifferente) aggirando il monte, e offre, a destra, belle aperture panoramiche sulla Val Trebbia e sulla lontana Val Boreca, come sempre ben riconoscibile grazie alle sagome dei monti Lesima e Alfeo. Quando si è in marcia da circa mezz'ora occorre non lasciarsi sfuggire la deviazione quasi a gomito a sinistra, d'altronde ben segnalata, che si dirige chiaramente verso la cima del Tre Sorelle. La si imbocca, si tiene ancora la sinistra al bivio successivo (5 minuti) e, poco dopo, si supera un ruscello. Come spesso accade avvicinandosi a una cima prevalentemente rocciosa, la direzione da seguire è abbastanza arbitraria; la cosa migliore è seguire gli ottimi segnavia che, disegnati sui massi, a mano a mano si svelano allo sguardo. In un quarto d'ora dal superamento del piccolo corso d'acqua si è alla base della guglia che, frammentata in tre pinnacoli, dà il nome al monte, anche se non ne costituisce la cima. Ci si trova ormai sul crinale, e si inizia a percorrerlo a destra, in salita, raggiungendo la vera vetta in 5 minuti. Si prosegue scendendo nella sella scoperta che raccorda il Tre Sorelle al Gavi, poi si risale, entrando nel bosco, per 3 minuti, fino a trovarsi a un valico. La sommità del Gavi è a sinistra, a meno di 50 metri, e si raggiunge in scioltezza. Tornati al valico, si riprende la marcia (finalmente in discesa). Ancora il segnavia toglie dal dubbio alle numerose varianti, molte delle quali si ricongiungono alla principale poco dopo averla lasciata. In meno di 10 minuti si arriva alla strada asfaltata che unisce Marubbi alla pineta di S. Agostino. La si segue verso sinistra e si raggiunge il paese di Gavi in 8 minuti.

Lasciatolo alle spalle, si continua in leggera discesa per poi iniziare un’altrettanta modesta salita dove la strada valica il Rio Gavi. Ancora 5 minuti, poi, quando la strada, curvando dolcemente a destra, ridiventa pianeggiante, la si abbandona per imboccare una carreggiabile sterrata a sinistra, dando l'addio al segnavia. In 2 minuti si passa accanto a una casetta isolata (riportata su alcune carte come Casa Scabione) e, 4 minuti più tardi, si tiene la sinistra al bivio che si incontra. Continuando in discesa si gode di una bella veduta di profilo del crinale del Tre Sorelle, alla sinistra, e dopo 10 minuti, in un tratto scoperto, si comincia a rivedere davanti a sé Camminata Boselli. In altri 5 minuti si raggiunge un ampio incrocio tra i prati, al quale si continua diritto per poi arrivare ad affiancare una staccionata che costringe a piegare a sinistra, in falsopiano. La discesa riprende presto e, in 5 minuti, ci si ricongiunge al sentiero dell'andata, proprio all'altezza dell'ultima casa di Camminata Boselli. Si gira a destra, si attraversa l'abitato e si ritrova la vettura.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero