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Da Bore ai Monti Mu, Lucchi e Palazza

Presentazione 

L'abitato di Bore è adagiato sopra gli 800 metri nel Parmense, appena al di là della linea di confine con la provincia di Piacenza. E piacentino è il gruppo di monti che lo protegge dai rigori di nordovest, gruppo costituito essenzialmente da quattro cime e dai crinali che le raccordano una all'altra senza mai perdere molta quota. La prima, in ordine di prossimità a Bore, è quella del Monte Costaccia che, con i suoi 929 metri, sovrasta il paese e da quello è comodamente raggiungibile in automobile. Vi si trovano un monumento recintato dedicato ai caduti di tutte le guerre e, poco lontano da quello, un traliccio per le comunicazioni telefoniche abbastanza nascosto tra gli alberi. Spostandosi verso nord si incontra poi il più alto, il Monte Mu (951 metri), seguito a poca distanza dal Monte Lucchi. Entrambe queste alture sono caratterizzate dalla morbidezza della forma che, unitamente alla vegetazione che le ricopre, ne dissimula la sommità propriamente detta. 

Il quarto monte, il Palazza, è quello posto più a occidente e non viene toccato dall'escursione qui proposta (si veda, al riguardo, l'itinerario "Da Vezzolacca al Monte Palazza"); in questa sede si preferisce stringere l'anello e, una volta raggiunto il Monte Lucchi, puntare dritto a sud verso il Costaccia, lasciato per ultimo proprio per la sua vicinanza a Bore. La camminata risulta agevole in tutte le stagioni e, come il modesto dislivello lascia intendere, non presenta salite impegnative, fatta eccezione per il breve tratto che porta alla vetta del Costaccia. Il segnavia è perfetto: a ogni incrocio è puntualmente presente una segnaletica nitida e precisa.

L’avvicinamento in auto  

Entrati a Lugagnano si seguono le indicazioni per Vernasca e Bore. Passata Vernasca si prosegue fino all’ apparire delle prime case di Bore. Si entra nella prima via che si stacca a destra, in salita (via Martiri della libertà) e la si percorre per soli venti metri perché subito, a destra, si vede l'inizio del sentiero, ben segnalato. Si parcheggia l'auto preferibilmente sul lato sinistro della strada, dove la banchina è più larga.

L’escursione 

Il cartello all'inizio della mulattiera dice che si cammina sul sentiero 923b e si andrà a raggiungere il 923 che collega Bore a Poggio. Pochi metri più avanti si sta a sinistra al bivio, e in 7 minuti ci si innesta nel 923, girandovi a destra in direzione dei monti Mu, Lucchi e Palazza. Si sale ancora per meno di 5 minuti, poi la pendenza si attenua fino a trasformarsi in leggerissima discesa; è segno che la cima appena abbozzata del Monte Mu è ormai alle spalle. 10 minuti più tardi si va dritto all'incrocio che si incontra, ignorando la variante Luneto che si stacca a destra, e dritto si va ancora 3 minuti dopo, trascurando la deviazione a destra. In 2 minuti ci si innesta in una nuova strada: si va a destra, guidati dal cartello che indica Monte Lucchi e Luneto (a verifica della posizione, il cartello orientato a sinistra riporta la dicitura "Dadomo"). Ancora 3 minuti e si incontra un bivio: si va a sinistra, in salita verso il Monte Lucchi, la cui cima, anch'essa poco accentuata, si supera in altri 3 minuti. 

La discesa dura 5 minuti, poi si arriva all'intersezione col sentiero 935b: si volta a sinistra, iniziando il tratto di ritorno che porterà al Monte Costaccia; sporadicamente fa la sua comparsa il segnavia giallo-azzurro dell'ippovia. Dopo 5 minuti, dove la strada piega a sinistra, la si lascia per seguire, a destra, l'indicazione per Dadomo (il cartello è affisso su un albero sulla sinistra, ed è destinato a chi cammina in senso opposto al proprio). Si perde quota abbastanza rapidamente, e si sta a destra al primo bivio in cui ci si imbatte 4 minuti più a valle, prestando però attenzione, ché subito si deve seguire il segnavia verso sinistra. Poco oltre si guada un ruscello e, dopo 5 minuti, si sbuca in una strada che scende da sinistra verso destra, trovandosi di fronte a un acquedotto: si volta a destra, in discesa. In 3 minuti si arriva a un ampio bivio, in una zona dove il bosco si dirada leggermente; si ignora il cartello per Dadomo, a destra, procedendo invece dritto, per ritrovare il bollo biancorosso (925a) sugli alberi poco più avanti. Si cammina senza incertezze per un quarto d'ora fino a incontrare, e seguire, la svolta a sinistra per il Monte Costaccia e Bore (chiaramente indicata da un cartello). 

3 minuti e si abbandona il sentiero principale per piegare a gomito a sinistra, verso l'alto (attenzione a non lasciarsi sfuggire il segnavia), trovandosi subito ai margini di una radura in pendenza: la si percorre fino in fondo, costeggiando gli alberi alla propria sinistra, poi, arrivati in cima, si piega a sinistra rientrando nel bosco. Per 5 minuti il sentiero serpeggia in ripida salita, poi ci si immette in una mulattiera che sale da destra, girandovi a sinistra, sempre verso l'alto; 2 minuti dopo, dove la pendenza del percorso principale si annulla, si gira a destra per salire ancora, sempre guidati dal bollo biancorosso. In meno di 5 minuti si raggiunge la vetta del Costaccia, si passa a destra del traliccio per la telefonia e si arriva al monumento ai caduti. Si procede lasciando alla propria destra la recinzione del luogo consacrato e si cammina su quella che è ormai una carreggiabile ben mantenuta. Ormai si passa a ridosso delle case di Bore, rimanendo però nel bosco al grande bivio che si incontra quasi subito, tenendo quindi la sinistra e seguendo le indicazioni per i monti Mu, Lucchi e Palazza. In meno di 10 minuti ci si ritrova al punto di raccordo della racchetta che si sta percorrendo: si gira a destra, per Bosco Paradiso (segnalato), e in 5 minuti si arriva alla vettura.

Tratto da "Sentieri Piacentini 2" di Giorgio Carlevero